Quando la Rsi dichiara gli ebrei nemici, sul territorio della nostra provincia i cittadini dichiarati per legge “ebrei” non solo sono presenti come internati liberi, ma anche come sfollati. Se nel caso della prima categoria la loro appartenenza alla “razza ebraica” è evidente, nel secondo caso si tratta di uomini e donne confusi nella grande ed eterogenea categoria degli sfollati che scappano dai bombardamenti che colpiscono le città più grandi.
Margherita Viterbo era nata a Torino nel 1892; aveva sposato Salvatore Levi, nato nel 1883 a Dronero. Nel 1927 era nata la figlia Donatella. A Milano Salvatore aveva fatto carriera nell’apparato statale, arrivando a diventare ingegnere capo del Genio Civile di quella città. Le leggi razziste del 1938 colpiscono la famiglia Levi e se non abbiamo notizie per quel che concerne la moglie e la figlia, sappiamo che il padre è allontanato dalla pubblica amministrazione e costretto al pensionamento.
Quando la circolare del ministro degli Interni della Rsi, Guido Buffarini Guidi, è inviata a tutte le prefetture e quindi diramata sul territorio, Margherita, Salvatore e Donatella sono sfollati a Nembro. Non sappiamo le motivazioni di questa loro scelta e forse è ipotizzabile che, insieme alla paura per i bombardamenti alleati, potesse esserci il tentativo di trovare un rifugio lontano dalla persecuzione. A Nembro Salvatore aveva preso in affitto un appartamento da Emilio Poloni, due stanze in via Tasso 13. Mancano informazioni precise sul loro stile di vita, ma si può immaginare che la pensione di Salvatore potesse permettere loro una vita dignitosa. Non sappiamo se in paese avessero amici o conoscenti stretti, ma è certo che la loro presenza era nota.
In una data imprecisata tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944, vengono arrestati tutti e tre a Nembro e i loro beni sequestrati e inventariati il 14 gennaio 1944.
Passando forse per il carcere di Sant’Agata, sono trasferiti a Fossoli e da qui deportati a Auschwitz: i genitori sono assassinati all’arrivo, Donatella muore di stenti un anno dopo.
Sono già morti quando la burocrazia italiana confisca i beni sequestrati nella loro casa e sospende la pensione a Salvatore.
L’elenco dei beni sequestrati ci racconta delle passioni della famiglia, per la fotografia, per la montagna e per lo sci.