Katy era nata in una famiglia agiata di Rivamonte Agordino ed aveva imparato fin da bambina, in una scuola svizzera, il tedesco. Quando si sposa con Felice Gregis viene a Bergamo: la loro casa è in via San Bernardino. Nei primi mesi dell’occupazione tedesca, Katy è attiva nell’aiuto agli ex prigionieri della Grumellina: non solo la sua casa di via Moroni, ma anche quella di Schilpario diventano basi sicure in cui organizzare il trasferimento degli ex prigionieri o attraverso il lago di Lecco o il passo del Venerocolo che collega la Val di Scalve con la Valtellina.
Arrestata con il nipote Giacomo da Resmini il 14 novembre 1943, è trasferita in via Gallicciolli: qui è pesantemente interrogata, umiliata e torturata. Alle domande di Resmini e dei suoi uomini si rifiuta infatti di rispondere: allora, ricorda Katy, è “tempestata da volgarissimi insulti, completamente denudata e battuta dalle 9,30 alle 15,30”. Anche il nipote Giacomo è violentemente picchiato, tanto che non si rimetterà mai e nel dopoguerra verrà riconosciuto mutilato di guerra.
Dopo gli interrogatori Katy e il nipote sono trasferiti al Collegio Baroni e da qui al carcere di Sant’Agata, dove Katy è detenuta nel reparto femminile.
A fine novembre giunge a Bergamo Langer e all’inizio di dicembre,in cerca di una segretaria che sappia il tedesco e gli faccia da interprete, incontra in carcere Katy. Dopo un interrogatorio completo, Langer la fa rilasciare in cambio dell’impegno a non raccontare quanto le era accaduto e a presentarsi regolarmente al suo ufficio. Katy ricorda di avere provato per un lui da subito una certa ammirazione, su cui si fonderà quel rapporto di stima reciproca che contraddistinguerà il loro rapporto professionale.
Katy diventa l’interprete preferita di Langer e sarà al suo fianco quando l’SS cercherà di intessere rapporti con le bande partigiane bergamasche. Lei stessa scriverà: “la sottoscritta tiene a mettere in chiara evidenza la propria testimonianza, in quantochè essa è stata sempre e dovunque presente, sia quando occorrevano i primi contatti e rapporti fra i patrioti ed il Langer […]”. Molto attiva nei giorni della Liberazione, si adopera per la resa dei tedeschi, ma anche per raccogliere dichiarazioni e attestati favorevoli a Langer che possano garantirgli il ritorno in patria senza arresti o processi.
La stima tra Katy Gregis e Langer cementa un’amicizia che continua anche nel dopoguerra: Katy accoglierà spesso i figli di Langer a Bergamo e lo stesso comandante delle SS con la moglie soggiornerà per alcuni periodi in casa Gregis.
Katy muore dopo una dolorosa malattia il 20 febbraio 1954.