Aldo Lusardi nasce a Morbegno nella bassa valtellina nel 1908. Aderisce adolescente alle prime associazioni giovanili fasciste e nel 1925 si iscrive al partito. Studia legge a Milano, si laurea nel 1931, ed è animatore dei Gruppi universitari fascisti (Guf) milanesi. La sua carriera politica all’interno delle organizzazioni fasciste dal 1933 continua a Bergamo dove viene chiamato a ricoprire la carica di segretario del Direttorio federale. Nel 1935 parte volontario per la guerra d’Etiopia e viene inquadrato nel XVI battaglione eritreo della 1ª compagnia ottenendo sul campo il grado di sottotenente. Il 5 novembre viene colpito nella battaglia del Monte Gundi morendo due giorni dopo all’ospedale da campo di Hausien, dove era stato trasportato. Gli viene conferita immediatamente la medaglia d’argento al valor militare poi trasformata nel 1937 in medaglia d’oro (la stessa decorazione di Antonio Locatelli). Padre Reginaldo Giuliani, pochi giorni dopo il funerale, celebrerà sulla tomba di Lusardi ad Hausien una messa solenne. L’importanza della figura di Aldo Lusardi nel “pantheon” degli eroi fascisti da prendere ad esempio è testimoniata dalla pubblicazione a Milano nel 1937 da parte della Scuola di mistica fascista Sandro Mussolini di un libro a lui dedicato che ne ricostruisce la biografia e soprattutto, attraverso le sue lettere ai familiari, l’esperienza coloniale fino alla morte. Nel complesso della trasformazione delle vie attuata a Bergamo tra il 1936 e il 1937 l’intitolazione a Lusardi – a lui fu dedicato anche un busto posto nella Casa littoria – sintetizza la celebrazione del fascista bergamasco d’adozione e dell’eroe nazionale morto per l’edificazione dell’Impero. In molti altri comuni italiani vennero a lui intitolati vie, circoli e scuole ma mentre nel dopoguerra a Bergamo la via Lusardi tornerà alla vecchia denominazione prefascista di via Borfuro, vie a lui dedicate restano ancora oggi nella provincia bergamasca a Calvenzano, a Sondrio, Milano e una piazza a Morbegno dove era nato.