Adigrat capoluogo della provincia dell’Agamé nella regione del Tigré, nella parte nord dell’Etiopia come Adua era legata alla memoria del tentativo dell’estensione del dominio coloniale italiano sull’Etiopia culminato con la sconfitta di Adua del 1896. Il 5 ottobre 1935 tre colonne dell’esercito fascista passano il fiume Mareb confine tra Eritrea ed Etiopia: il II Corpo d’Armata al comando del generale Maravigna punta su Adua, la colonna del generale Pirzio Biroli (Corpo d’armata indigeno) muove verso le ambe (montagne a forma di cono caratteristiche del territorio etiope) dell’Enticciò e infine il I Corpo d’Armata al comando del generale Santini ha per obiettivo Adigrat.Il comando generale dell’intera operazione è affidato al generale De Bono. Le tre colonne avanzano senza problemi perchè l’imperatore Hailé Selassié aveva scelto la tattica del ripiegamento manovrato attirando l’esercito italiano dentro il territorio etiope e lontano dalle linee di rifornimento. Di conseguenza senza troppi problemi il 5 ottobre Adigrat è conquistata e il 6 è occupata Adua. La propaganda fascista si scatena: i fallimenti dell’ “italietta liberale” sono cancellati e i morti vendicati anche se dal punto di vista della conquista militare Adigrat e Adua non sono che piccoli villaggi. Come nel caso della intitolazione di Largo Adua anche per via Adigrat conta più il significato simbolico che la realtà.