L’11 settembre 1943 esce il primo bando delle truppe d’occupazione: è firmato direttamente dal Comando germanico è affisso alle ore 18 e richiede la consegna immediata della armi.
Al testo si arriva dopo un “tempestoso” confronto tra il comandante tedesco, il prefetto e il suo capo di gabinetto (Prospero Giura), consapevoli dell’impossibilità di una consegna così ravvicinata.
Il 13 settembre nel gabinetto del prefetto siede il Comando tedesco e sempre da qui esce il secondo bando, firmato da Giannitrapani e dal comandante delle forze armate tedesche Bassenge: annuncia che le intese intercorse tra le autorità italiane e il Comando d’occupazione “consentono di avviare la ripresa della normale vita civile”. Sappiamo che a una rapida occupazione militare seguirà un più confuso avvio della macchina amministrativa tedesca per il controllo del territorio e che i toni concilianti di questi primi bandi si faranno via via più minacciosi.
In quegli stessi giorni i tedeschi procedono alle requisizioni delle abitazioni e a questo fine si presentano più volte in Comune. Da qui, proprio il 13 settembre, prelevano il Commissario Prefettizio Sereno Locatelli Milesi e in stato d’arresto lo trattengono per tutta la giornata in Prefettura; quando rientra in comune la sera, trova nel suo studio una scatola, al cui interno un mazzo di fiori è accompagnato da un biglietto: “le donne di Bergamo”.
Mentre a Casa Littoria è indetta per il 13 una riunione di squadristi, riprendono le perquisizioni nelle case degli antifascisti. Già l’11 è stato arrestato Luigi Bruni, perquisite le case di Giuseppe Pezzotta e Alfonso Vajana, direttore di fatto della “Voce di Bergamo” che il 13 settembre esce con il nome di un nuovo direttore, lo squadrista Arturo Abati.
Mentre i fascisti riprendono possesso della città e i tedeschi requisiscono beni di prima necessità, alcuni cittadini e cittadine esprimono chiari gesti di dissenso di fronte all’occupazione tedesca. Intorno alla fontanella del Sentierone va tessendosi la rete del Primo Comitato di liberazione che gravita intorno a uomini e donne legati soprattutto al Partito d’azione e va poi allargandosi intercettando le forze politiche venute allo scoperto dopo il 25 luglio.
Il 16 settembre, secondo l’ordine n. 3 di Benito Mussolini, Sereno Locatelli Milesi lascia il suo posto a Palazzo Frizzoni, dove ritorna Carlo Vitali, podestà prima dei 45 giorni.
Intanto si insedia la Militärkommandantur 1016 che ha giurisdizione sui territori occupati di Bergamo, Como, Varese e Sondrio.